Cenni storici e architettonici
La Villa, attualmente denominata
Villa Villari, era anticamente conosciuta come Villa d’Astuccio. Fu costruita all’inizio del XVIII secolo e successivamente appartenne alla famiglia Villari, che lo ha abitato sino agli inizi del XX secolo. Vi abitò Antonio Villari, autore di uno scritto su Giuseppe Ferrigni, famoso giureconsulto.
Notizie storico-cronologiche
In seguito al trasferimento estivo della Corte Borbonica, al seguito del Sovrano Carlo III, nella nuova Reggia di Portici, appositamente costruita intorno al 1740, anche nelle più immediate vicinanze di Napoli, sorsero o si rinnovarono numerose Ville e Casine di campagna destinate ad accogliere l'aristocrazia o la più ricca borghesia napoletana del tempo. Ciò avvenne soprattutto nei paesi sparsi tra le falde del Vesuvio ed il mare.
Anche a Cercola sorsero, nel '700, alcune di queste nuove "Ville e Casine di delizia" tra cui Villa d’Astuccio, l'attuale Villa Villari.
La Villa ebbe in origine un carattere rurale tipico delle masserie padronali, dove il piacere della villeggiatura era legato al temporaneo ritorno alla vita semplice della campagna. Successivamente con l'espansione urbana della città di Napoli e dei paesi posti tra il Vesuvio ed il mare, Villa Villari ha assunto un carattere urbano.
Caratteri architettonici
Villa Villari è stata oggetto, negli ultimi anni, di un generale intervento di restauro e costituisce un complesso di corpi di altezza diversa, in cui la costruzione centrale è su quattro livelli per una superficie complessiva di circa 1.700 mq..
Lo schema compositivo è del tipo a corte e la pianta ha la forma della lettera F.
Il prospetto principale, su
Corso Domenico Riccardi, si caratterizza per la presenza di decorazioni in stucco tra cui il basamento in finto bugnato, il cornicione aggettante e le finestre riquadrate. Il prospetto sul cortile è caratterizzato, su un lato, da tre arcate in muratura a tutto sesto, che sorreggono il sovrastante terrazzo.
All’interno troviamo lo scalone principale, collocato centralmente e di forma ellittica, con i gradini a sbalzo in muratura, rivestiti con lastre di pietra vesuviana.